Giovanni Legrenzi

Legrenzi fu uno dei più importanti compositori a Venezia nel tardo XVII secolo ed ebbe un ruolo di primo piano nello sviluppo del linguaggio musicale barocco

Giovanni Legrenzi nacque a Clusone, e venne battezzato il 12 agosto 1626. Legrenzi ricevette la sua prima educazione musicale dal padre, il quale era violinista presso Clusone, e fra il 1639 e il 1643 continuo i suoi studi nell'Accademia Mariana di Bergamo (istituzione in cui gli avviati al sacerdozio dovevano affrontare anche rigorosi studi musicali).

Il 30 agosto 1645 Giovanni Legrenzi venne nominato organista di S. Maria Maggiore a Bergamo. Nel 1651 fu ordinato sacerdote, e nel maggio di quell'anno ottenne l'elezione a "cappellano semplice”. Il 30 dicembre 1654 il Consiglio della Misericordia tuttavia lo licenziò dall'incarico di organista per gravi motivi, ma venne reintegrato in seguito il 23 febbraio 1655.

Negli ultimi due anni trascorsi a Bergamo Legrenzi diede alle stampe le sue quattro prime raccolte a stampa: due di mottetti per poche voci e due mottetti strumentali.

È presumibile che già dall'epoca delle sue dimissioni da S. Maria Maggiore il musicista avesse intravisto la possibilità di ottenere un migliore incarico lontano da Bergamo e le numerose dediche a personalità di alto rango all’ interno delle sue opere a stampa sembrano confermare le ambizioni del musicista. Verso la fine del 1656, infatti, fu nominato maestro di cappella dell'Accademia dello Spirito Santo a Ferrara. Nei mesi di settembre e ottobre del 1656 alcuni nobili veneziani come G. Grimani, F. Badoer e un Foscarini raccomandarono Legrenzi al marchese Cornelio Bentivoglio come maestro di cappella. È ipotizzabile che la nomina sia stata fatta nel novembre del 1656, subito dopo l'emanazione di un nuovo regolamento della cappella musicale dell'Accademia. Legrenzi si spostò inseguito a Ferrara con la prospettiva di stringere rapporti con le nobili famiglie che gestivano le attività teatrali del posto, e proprio ad alcuni dei nobili Legrenzi dedicò alcune sue opere tra cui i Salmi a cinque, tre voci e due violini, op. V (Venezia 1657) al cardinale Carlo Pio di Savoia vescovo di Ferrara, e le Compiete con litanie e antifone della beata Vergine, op. VII (ibid. 1662) al marchese Ippolito Bentivoglio. Sebbene dedicate a Giorgio Guglielmo e Ernesto Augusto di Brunswick, anche le Sonate a due, tre, cinque e sei, op. VIII (ibid. 1663).

 A Ferrara Legrenzi fece il suo esordio come operista: nel 1662, presso il teatro S. Stefano, fatto edificare proprio in quell'anno dal conte P. Bonacossi, andò in scena “Nino il giusto”, primo dramma per musica dei Legrenzi. Fondamentale per la carriera del compositore fu tuttavia il rapporto che lo legò al marchese Ippolito Bentivoglio (in quegli anni principe dell'Accademia dello Spirito Santo); e per questo Legrenzi iniziò la sua carriera di operista mettendo in musica due drammi su libretto di I. Bentivoglio, “Achille in Sciro” (1663) e “Zenobia e Radamisto” (1665), entrambi andati in scena al teatro S. Stefano.

Durante la stagione carnevalesca del 1664, Legrenzi fece il suo debutto come operista a Venezia, al teatro S. Salvatore, riproponendo l'Achille in Sciro di Bentivoglio, sia pur in una versione "tutta bastardata" da librettisti locali. Non è chiaro fino a quando Legrenzi mantenne l'incarico a Ferrara: in una supplica scritta nel 1671 per ottenere il posto di maestro di cappella in S. Petronio a Bologna, egli dichiarava di avere tenuto il posto a Ferrara per "dieci anni”. È probabile, tuttavia, che all'inizio del 1665 Legrenzi ottenne dal marchese di Bentivoglio il permesso di lasciare il posto di maestro di cappella dell'Accademia dello Spirito Santo.

Nel luglio 1665, il duca di Mantova, Carlo II Gonzaga Nevers, raccomandò Legrenzi per il posto di vicemaestro presso la cappella della corte imperiale a Vienna, ma non ebbe successo. Da quel momento, Legrenzi preferì cercare incarichi presso istituzioni civiche o statali piuttosto che di corte.

Dal 1670 Legrenzi si stabilì a Venezia, in quell'anno venne nominato maestro di musica presso l'Ospedaletto, svolse anche un'intensa attività di maestro di cappella e compositore a beneficio di questa istituzione, ma nel 1676 diede le dimissioni. Negli stessi anni, a partire dal 1671, era stato nominato anche maestro di coro della locale congregazione dei filippini, i quali dal 1667 avevano avviato una regolare attività musicale legata alle riunioni oratoriali presso S. Maria della Fava.

Il 5 gennaio 1683 divenne vicemaestro della cappella marciana di S. Marco, e due anni dopo (23 apr. 1685), fu nominato maestro della prestigiosa istituzione e mantenne l'incarico fino alla morte, sotto la sua direzione l'organico stabile della cappella di S. Marco raggiunse il massimo della consistenza, fino a comprendere 36 cantanti e 34 strumentisti.

Nel 1687 Legrenzi si ammalò gravemente, ma nonostante questo continuò la sua attività di maestro presso la cappella di S. Marco e in altre chiese e istituzioni cittadine in occasione di solenni celebrazioni, come si legge fra le notizie riferite dal periodico Pallade veneta. Legrenzi morì a Venezia il 27 maggio 1690 e fu sepolto in S. Maria della Fava.

 

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