Paolo Peretti

Fatti i debiti scongiuri, mi sono messo ad ascoltare il CD con molto interesse, perché trovo che sia una cosa originale, utile e coraggiosa averlo prodotto. Originale, perché non mi risulta che ci siano altre incisioni simili, almeno per quanto riguarda la banda; utile, perché anche queste musiche possono servire, per vari motivi (per l’ascolto e lo studio), e non è facile trovare sillogi simili; coraggiosa, perché dimostra un intento culturale preciso, perseguito anche contro i parametri delle leggi di mercato, che spingono a realizzare solo prodotti edulcorati e “piacevoli”, proponendo all’attenzione un repertorio marginale, che una volta però era frequentemente praticato e strettamente funzionale a determinate occasioni. Insomma, è giusto ricordarsi anche della morte.
Le note del libretto allegato sono più che esaurienti e illustrative. La registrazione presenta i limiti e i pregi della presa dal vivo: tra i primi, forse un po’ troppo riverbero, che tuttavia rende ancora più spettrale e suggestiva l’esecuzione di certo repertorio; tra i secondi, la genuinità ed immediatezza dell’esecuzione, che non rimane perciò impersonale e asettica.
Mi ha particolarmente colpito in positivo il brano di Giuseppe Filippa e non solo perché l’autore ha avuto a che fare con le Marche.
 
Paolo Peretti, S. Elpidio a Mare (Ascoli Piceno)
Musicologo e docente di storia della musica al conservatorio di Bari

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